“Al Mise abbiamo fatto una richiesta sindacale urgente perché preoccupati del futuro dei lavoratori Alstom in Italia e il Mise ha celermente convocato un incontro”. Nell’ambito del caso Alstom, il Segretario Generale ANQUI, Umberto Damiano, conferma come l’Associazione Nazionale Quadri Industria si sia prontamente attivata e schierata in prima linea coinvolgendo autorità e istituzioni sia a livello locale che nazionale. E ribadisce Damiano – “interloquire in ambito istituzionale con autorità di Governo e dello Stato, associazioni imprenditoriali e dei lavoratori, rappresentare e dare voce ai nostri iscritti, valorizzare la categoria dei Quadri, Professional e Alte Professionalità: questa è la mission di ANQUI che perseguiamo anche partecipando ai tavoli nazionali sindacali assieme alle altre organizzazioni di rappresentanza”.

All’incontro sulla vicenda Alstom-Siemens, che si è tenuto al Ministero dello sviluppo economico il 28 gennaio, erano presenti il vice capo gabinetto Giorgio Sorial, la dirigenza e le delegazioni dei lavoratori Alstom Italia di Fim, Fiom, Uilm, Fismic e Anqui.

Modesto Comes durante il suo intervento

“All’ordine del giorno – commenta Modesto Comes, Segretario Territoriale ANQUI che ha partecipato in rappresentanza del Segretario Generale, c’era la fusione tra Alstom e Siemens, che darebbe vita al colosso europeo del trasporto ferroviario, su cui è intervenuto il parere negativo dell’Antitrust Ue. Durante l’incontro si sono approfonditi i remedies ovvero le controproposte presentate dall’azienda alla Commissione europea per il via libera alla fusione e sono state illustrate quali ripercussioni graverebbero sugli stabilimenti italiani nei diversi esiti configurabili”.
“Se, come risulta al Cae – continua Comes – si sta portando avanti una probabile dismissione del ramo d’azienda del prodotto Pendolino, sarebbero a rischio l’occupazione in Italia e anche la proprietà intellettuale della sua progettazione, frutto del lavoro di Quadri e Alte Professionalità”.

In particolare Comes, nel suo intervento si è espresso favorevolmente, come ANQUI, per una potenziale fusione. “Avere un’Europa più forte nel business ferroviario, secondo ANQUI, sarebbe un’opportunità per fronteggiare la concorrenza agguerrita del principale competitor mondiale che è un gruppo asiatico. Però – ha ribadito Comes – il gruppo Alstom in Italia e in particolar modo il sito di Savigliano e i lavoratori italiani dovrebbero essere parti attive, integrate e protagoniste di questa operazione e non invece esserne penalizzate o addirittura escluse come risulta al Cae”.

“Dismissione sì, dismissione no, chiediamo di sapere quale sarà la mission di Alstom Italia nell’ambito di questa fusione e sul Pendolino chiediamo un’attenzione particolare da parte del governo, al di là di quanto possa avvenire dopo il 18 febbraio – ha concluso Comes. Manca un piano industriale, vogliamo capire le strategie di oggi e di domani, lo stiamo richiedendo da tempo e ancora non lo abbiamo ricevuto”.

A fine seduta le organizzazioni sindacali presenti hanno diramato un comunicato congiunto il cui testo integrale è consultabile e scaricabile qui.
La riunione si è chiusa con l’impegno delle parti di mantenere alta l’attenzione in attesa del pronunciamento dell’antitrust europeo, previsto appunto per il 18 febbraio, ed eventualmente di prorogare il tavolo di monitoraggio per mettere in atto tutte le azioni possibili per salvaguardare l’occupazione negli stabilimenti Alstom in Italia.

In vista di questa scadenza, su richiesta delle organizzazioni sindacali tra cui ANQUI, il sindaco di Savigliano Giulio Ambroggio ha convocato per lunedì 4 febbraio le rappresentanze politiche in Italia ed in Europa del territorio per stabilire una linea comune riguardo alla fusione Alstom-Siemens e al futuro del Pendolino.