Un punto qualificante per la categoria dei Quadri in Italia. Si tratta della legge n. 190 del 1985 inerente il riconoscimento giuridico dei Quadri intermedi che, a parere di ANQUI, deve essere modificata e aggiornata.
Umberto Damiano, Segretario Generale ANQUI si rivolge al ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, per avanzare alcune proposte di modifica del testo di legge 190/85 e per fornire una fotografia attuale sulla situazione dei Quadri in Italia.
“Siamo l’associazione sindacale più rappresentativa tra le associazioni e i sindacati che operano in Italia a tutela dei Quadri del settore Industria. Nell’ambito dei vari settori, pubblici e privati, in cui in Italia opera circa un milione di Quadri, la quota rappresentata dal settore industriale è molto significativa sia per numero che per professionalità: siamo la parte preponderante del cosiddetto ‘ceto medio produttivo’ – si legge nell’introduzione del documento inviato da Damiano al neo ministro del lavoro. Un ceto medio che non si sente più rappresentato politicamente e di cui pochissimi parlano, anche a livello di opinione pubblica, e a livello sindacale i Quadri non si sentono rappresentati dai Confederali”.
Passando in rassegna le diverse problematiche che interessano i Quadri senior, i Quadri neo assunti, i Quadri in quiescenza e anche le loro famiglie – dal tema dell’alternanza scuola-lavoro, alla disoccupazione giovanile, al problema dei caregiver – fino alla riforma Fornero, ai temi della fiscalità e del potere d’acquisto, il Segretario Generale arriva poi alle proposte targate ANQUI per la modifica della legge 190/85.
Tra esse, in primis la possibilità di integrare la contrattazione collettiva nazionale con quella territoriale, stipulata tra le organizzazioni datoriali e sindacali della categoria dei Quadri maggiormente rappresentative a livello territoriale, e di trattare istituti e materie diverse rispetto a quelli stabiliti a livello nazionale.
Poi la costituzione delle ARSA, Autonome Rappresentanze Sindacali Aziendali, per promuovere la stipula di contratti collettivi aziendali, e la richiesta che rappresentanti designati dalle organizzazioni sindacali dei Quadri più rappresentative a livello nazionale o settoriale, partecipino a organismi, comitati e commissioni di gestione degli enti pubblici nazionali nei quali siano previste Rappresentanze dei lavoratori.
Un’ulteriore proposta riguarda la possibilità che la contrattazione collettiva preveda, per la categoria dei Quadri, la costituzione di appositi fondi bilaterali di pensione integrativa, di assistenza sanitaria e per la formazione continua.
“Chiediamo maggiore attenzione a una parte importante e strategica dei lavoratori del Paese, che non ha timore dei cambiamenti, delle sfide poste dall’innovazione e dall’industria 4.0 (e oltre), ma che anzi questi temi ‘li cavalca’ – prosegue il Segretario Generale ANQUI. Chiediamo che venga riconosciuto il ruolo strategico e insostituibile dei Quadri, nel panorama economico e produttivo attuale; e lo sarà anche in futuro in un contesto sempre più competitivo, dinamico e flessibile. Chiediamo soprattutto un confronto sugli argomenti esposti, l’apertura di un dialogo, in gruppi dedicati.
“Siamo disponibili – conclude Damiano – a portare il nostro bagaglio di esperienze, di professionalità e di proposte su temi specifici per i Quadri, come interlocutori e portatori di interessi di una categoria storicamente connaturata allo sviluppo del sistema industriale e imprenditoriale in Italia e funzionale alla sua competitività attuale e futura”.