Da gennaio 2017 sono andate “in archivio” l’indennità di mobilità e la cassa integrazione in deroga. Ecco le principali notizie a riguardo, in attesa della prossima Informativa con le ultime novità sulle pensioni.
Ammortizzatori sociali
Per quanto riguarda la mobilità a inizio 2017 è scaduta la procedura per l’erogazione dell’indennità di mobilità, a quei lavoratori che, da gennaio 2017, hanno perso il posto di lavoro per licenziamento collettivo. Proseguiranno alle regole attuali solo le indennità già autorizzate dall’Inps, anche se andranno a cadere oltre il 2017.
Da gennaio 2017, anche a fronte di un licenziamento collettivo l.223/91, opererà la Naspi, che diventerà una sorta di “paracadute universale” per coloro che hanno perso il lavoro.
Non riepiloghiamo le regole della Naspi in quanto già sufficientemente relazionate nelle Informative n.2 e n.9 del 2015, aggiungiamo solo che essendo le due indennità molto diverse, sia dal lato economico che di durata, per un certo periodo ci sarà chi ci guadagna e chi ci perde. Poi tutto si normalizzerà sulla Naspi unica.
Ricordiamo di prestare la massima attenzione nella compilazione della domanda, sia che la stessa venga presentata direttamente dal lavoratore come pure se il lavoratore si avvale dell’assistenza di un patronato (v. messaggio Inps 1644/15).
Salvo alcuni interventi per specifiche finalità o in aree in crisi industriale complessa a fine 2016 la CIG in deroga terminerà.
Assegno di ricollocazione
Nell’ambito delle politiche attive dovrebbe andare a regime nel 2017 l’assegno di ricollocazione (voucher). Non sarà generalizzato ma, all’inizio, interesserà in fase sperimentale 10mila o 20mila disoccupati che dovranno iscriversi a un portale unico (in via di definizione), essere disoccupati ed essere in Naspi da almeno 4 mesi. Saremo più precisi in corso d’opera, quando verranno formalizzate le procedure definitive.
Si tratta di un primo passo per far funzionare i Centri per l’impiego (o le agenzie private accreditate), nell’ambito delle cosiddette politiche attive per riqualificare le persone procurando loro una nuova occupazione, per aver perso il lavoro.
Importante evidenziare che, se l’offerta di lavoro non sarà congrua, il disoccupato in Naspi la potrà rifiutare, senza per questo perdere la tutela; ma se l’offerta è congrua e lui la rifiuterà, perderà l’assegno di disoccupazione.
L’iniziativa è ovviamente condivisibile; rimane da verificare come verrà implementata e, soprattutto, che non si crei una situazione di disoccupati di serie A e di serie B.